domenica 7 giugno 2020

LEOPARDI, LA NATURA, LO ZIBALDONE STEP #20

Il concetto di Uno, come visto nei vari step precedenti ha assunto sia qualità divine, come Dio per i cristiani, ma anche come unità che si contrapposizione al concetto della molteplicità.
In Leopardi osserviamo che l'essernza dell'Uno si ritrova nella sua idea di natura benigna che, nel corso della vita del poeta, varia in base alle sue esperienze fatte. 
In precedenza questa natura, considerata come madre benigna, scaturiva nell'uomo sentimenti forti, passioni, ideali e grande capacità immaginativa. Successivamente questa natura assume invece il ruolo di una matrigna che va contro la felicità dell'uomo, infatti da qui scaturisce il suo cosiddetto pessimismo cosmico. In questa fase la natura assume l’immagine di una madre assassina che crea per distruggere, al solo scopo di perpetuare il circolo materiale di riproduzione. Osserviamo nello Zivaldone questa sua idea:

"La ragione è nemica della natura, non già quella ragione primitiva di cui si serve l’uomo nello stato naturale, e di cui partecipano gli altri animali, parimente liberi, e perciò necessariamente capaci di conoscere. Questa l’ha posta nell’uomo la stessa natura, e nella natura non si trovano contraddizioni."

Si osserva quindi che la natura rappresenta una forza quasi divina che domina l'uomo e lo rende infelice, infatti l'unica cosa che potrà fare, è rendersi conto di questa sua impotenza nei cofronti della natura rinunciando alle consolazioni della religione e all'illusione della felicità.
Giacomo Leopardi

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